domenica 22 gennaio 2012

Cinemagazine online 20-01-2012



L’associazione Artisti 7607: “Vogliamo gestire da soli i nostri diritti” 

Presentato il video “Una commedia italiana che NON fa ridere” con, tra gli altri, Santamaria, Germano, Mastandrea, Franca Valeri, Scamarcio e Golino. 


Roma, 19 gennaio (Fr. Palm.) – Staccarsi dall’IMAIE e costituire direttamente una società di raccolta e gestione dei diritti degli interpreti ed esecutori, che in Italia sono oltre 70 mila: lo grida a gran voce l’Associazione Artisti 7607, che rappresenta oggi più di 1000 nomi italiani dello Spettacolo, che ha annunciato alla stampa la decisione di auto-rappresentarsi e ha spiegato le proprie ragioni attraverso un video intitolato “Una commedia italiana che NON fa ridere”.

Le voci di, tra gli altri, Elio Germano, Valerio Mastandrea, Valeria Golino, Riccardo Scamarcio, Isabella Ragonese, Franca Valeri, Claudio Santamaria, Giuseppe Battiston, Neri Marcorè, Michele Riondino, Valeria Solarino e Paolo Sassanelli, raccontano le vicende legate alla liquidazione dell’IMAIE, l’incertezza normativa che concerne la gestione dei diritti e i motivi per cui scelgono di occuparsene da soli, senza essere più obbligati a sottostare ad un Monopolio imposto dall'alto.

Come ha sottolineato Santamaria, “La nostra associazione, nata nel maggio 2010, è ad un momento di svolta. Per reagire ai problemi, alle inefficienze e alla mancanza di trasparenza dell'IMAIE, da novembre abbiamo scelto di occuparci da soli della gestione e della riscossione dei nostri diritti connessi. Non vogliamo dividere gli artisti né fare guerra a nessuno, vogliamo essere liberi di scegliere da chi farci rappresentare. Finalmente gli artisti prendono coscienza e si uniscono”.

La presidente di Artisti 7607 Cinzia Mascoli, ricordando che “da 4 anni le persone non prendono i diritti e che i 130 milioni di euro della vecchia IMAIE non si sa dove siano finiti”, ha ribadito la volontà ferma di cambiare le cose: “Stiamo facendo sul serio, abbiamo mandato l’elenco dei nostri iscritti a Siae, Rai, Mediaset e Sky e Rti ha risposto che ci incontrerà. La nostra non è una lamentela, vogliamo avere un’alternativa e una possibilità di scelta. C’è la necessità di cambiare i metodi, noi proponiano questo. E’ un atto costruttivo”.

Gli artisti, prosegue la Mascoli, non chiedono soldi ma che “siano gestiti bene quelli che ci sono già, come fino a oggi non è successo. I nostri soldi devono essere gestiti con responsabilità e passione, perché possono far ritornare tanto al nostro settore. Noi artisti siamo i più titolati a capire e decidere i criteri con cui questi soldi devono essere gestiti e reinvestiti, per costruire un sistema che risponda alle esigenze dell’audiovisivo”.

L’associazione è supportata dall’assistenza legale dello studio di Giovanna Cau: “Non siamo pazzi, pensiamo di poter vincere questa battaglia - ha detto l’avvocato che ha difeso tanto cinema italiano - Ho avuto incontri e telefonate con l’avvocato dell’IMAIE Miccichè, che ha costituito la nuova IMAIE con le stesse persone della vecchia associazione. Gli ho detto che non era possibile, ma tutto è stato inutile. Se siamo a questo punto è perché ogni trattativa di mediazione è fallita”.

All’incontro alla Casa del Cinema, hanno anche partecipato in collegamento telefonico Neri Marcorè ed Elio Germano. Quest'ultimo ha affermato: “Dopo anni di lavoro per cercare di informare i colleghi e trovare insieme le soluzioni, siamo ad un momento importante e ciò che stiamo facendo speriamo costringa l’IMAIE a essere più trasparente”.

La mancanza di trasparenza è proprio ciò che ha portato gli artisti a ribellarsi: come afferma la Mascoli, “Da un anno e mezzo siamo stati nel comitato consultivo e dopo tutto questo tempo abbiamo verificato che alle parole non seguono i fatti. Fino ad ora abbiamo perso tempo, non ci resta quindi che creare un’alternativa e aspettare le norme sulle liberalizzazioni che il governo varerà”.


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