lunedì 15 marzo 2010

A proposito della manifestazione del 18 indetta dal Cllaie

Riportiamo di seguito il link per leggere la lettera che ci è stata inviata dal C.L.L.I
e pubblichiamo la nostra risposta.


...a proposito della manifestazione del Cllaie.

Piu' di 400 artisti ci hanno accordato, insieme alla loro adesione, la loro fiducia.

Fiducia che ci fa sentire la responsabilita' che queste forze non vengano ne' disgregate, ne' strumentalizzate, ne’ utilizzate per altri interessi.

Per raggiungere un obiettivo comune, oltre all'aggregazione, serve anche un progetto comune.

Ci si chiede di rimanere uniti in una manifestazione, quella del 18 marzo, “nonostante le divergenze di opinioni su pochi punti.”

E' vero che quei punti sono pochi, ma sono sostanziali.

Decidere se l'Imaie deve essere Pubblica o Privata non e' “UN PUNTO” e' “IL PUNTO”.

Minimizzare o sorvolare su questo fatto e' un atteggiamento che mina alla base qualsiasi possibilita' di quel dialogo che viene tanto vagheggiato, oltre ad offendere le nostre intelligenze.

Se l'Imaie e' stata messa in liquidazione ci sono delle responsabilita' che non possono e non devono essere occultate per non correre il rischio di ritrovarci di fronte ad un “nuova Imaie” uguale, se non peggiore, di quella di prima.

Se dobbiamo scegliere e' preferibile rinnovare piuttosto che “liquidare” le responsabilita' e le casse.

Il Tar Lazio nella pronuncia n. 2296/2009, oltre ad affermare l'illegittimita' del provvedimento di l'estinzione, ha espressamente riconosciuto l'esistenza di una “compagine gestionale inidonea a fare scelte condivise”. Il Consiglio di Amministrazione, i Sindacati, il Direttore Generale, i nostri rappresentanti e le strutture di supporto devono assumersi la responsabilita' della precedente gestione.

Dov'era il Clli (Comitato Liberi Lavoratori Imaie)? Dov'era il Sai, pur presente con una rappresentanza nel CdA dell'Imaie? Dov'erano i sindacati? Come mai hanno firmato un accordo solo dopo l'estinzione che ci ha procurato e ci procurera', comunque, tanti danni? Dov'erano quando noi Soci e Aventi Diritto, quelli dai quali avevano avuto un mandato di fiducia, abbiamo lottato contro l'estinzione e abbiamo chiesto il loro sostegno? Che cosa e' cambiato se oggi, invece, quelle stesse sigle scendono in piazza e ci chiedono di mettere le nostre forze a loro disposizione? Non ci e' chiaro. Anzi, ci sorge il sospetto che usando slogan come “L'imaie agli artisti” si possa utilizzare di nuovo la fiducia di tanti per portare avanti un progetto che corrisponde solo agli interessi i pochi.

Se qualcuno risponde in modo convincente a queste domande siamo aperti al dialogo e pronti a unirci nella comune difesa dei diritti, sanciti dalla legge.

Che l'art. 7 e i diritti individuali siano stati sospesi dal 2007 tutti gli artisti interpreti esecutori se lo ricordano bene e non hanno certo bisogno di leggerlo su un volantino.

Leggiamo che i promotori della manifestazione chiedono alle Istituzioni “un Ente SUBITO”, al di la' di qualsiasi natura giuridica. Questa non e' la nostra posizione.

In tutte le sedi Istituzionali abbiamo chiesto di aprire un tavolo delle trattative in cui trovare soluzioni, affiancati da tecnici di nostra fiducia, perche' riteniamo che decisioni cosi' importanti per il nostro futuro debbano essere prese insieme agli artisti e non possano essere delegate al Mibac, al Dott. Nastasi o al Ministro Bondi.

Leggiamo, nelle comunicazioni che ci sono arrivate dal Cllaie, che il motivo principale per cui dovremmo partecipare alla manifestazione e' quello di una comune difesa dei “nostri diritti”, accorpando quelli dei lavoratori dell'Imaie e quelli degli artisti: corre l'obbligo di segnalare alcune differenze. Le lettere di licenziamento che pendono sulle teste dei lavoratori ci preoccupano, ma non si puo' anteporre il diritto dei 45 impiegati di ambire a un posto fisso attraverso la trasformazione dell'Imaie in ente pubblico, a quello sacrosanto di oltre 65.000 artisti di essere rappresentati da un ente privato, come prevede la legge in questi casi.

Ci sono delle responsabilita' anche nel fatto che questa vicenda si e' trasformata in una lotta tra lavoratori. Chi puo' dia il proprio contributo per chiarire una vicenda che si e' creata per le “prevaricazioni di interessi personali”.

Di questo pagano il costo i lavoratori di tutte le categorie, che siano artisti o impiegati. Solo se si uniscono le persone perbene, in questi casi, si vince davvero.

La “trasparenza” non e' una parola, ma un modo di agire.

II nostro gruppo avvalendosi della competenza del Prof. Bernardo Giorgio Mattarella ha fatto una proposta concreta: ha inoltrato ai Sindacati uno Statuto modificato in alcuni punti che, se accettati dagli stessi, ci permetterebbe di chiedere alle Istituzioni di sospendere l'estinzione, non svuotare le casse dell'Imaie, difendere i lavoratori, ripristinare immediatamente l'art. 7, la distribuzione dei diritti e indire le elezioni per avere nuovi organi e una nuova rappresentanza.

Non e' accettabile che il Cllaie liquidi questa proposta come riproposizione del “vecchio” statuto. Anche questi sono “pochi punti”, ma anche questi sono sostanziali.

E i Sindacati, che hanno dichiarato di essere pronti a fare un “un passo indietro”, perche' non si pronunciano pubblicamente rispetto alla nostra proposta di modifica dello Statuto? Siamo ancora in attesa di una risposta.

Cordialmente.

Artisti 7607




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