sabato 2 gennaio 2010


Cari Colleghi Soci e Aventi diritto,


Il Gruppo “Artisti 7606” ringrazia per la fiducia che in tanti ci avete accordato con le vostre adesioni. L'Imaie e' un Istituto che esiste grazie ai proventi del lavoro degli Artisti Interpreti Esecutori e, di conseguenza, tutte le scelte devono mirare esclusivamente a tutelare gli interessi degli artisti. Si sono dette molte parole e continuano a circolarne tante al punto che rischiano di assomigliarsi tutte.


Siamo colleghi, soci e aventi diritto anche noi e sappiamo quanta poca passione susciti leggere documenti o scritti legali, anche quelli che riguardano l'Imaie.
Ma e' proprio su questo che contano coloro che non stanno lavorando per difendere il futuro dei nostri diritti: la disinformazione, la distrazione e la difficolta' di comprensione dei documenti costituiscono i piu' validi alleati di chi vuole curare i propri interessi palesandoli come “interessi degli artisti”.

Per questo continuiamo ad informarvi sugli sviluppi della situazione e contiamo sulla vostra attenzione e partecipazione.


Riassumiamo alcune delle posizioni che attualmente sono in campo:


1) Il verbale di accordo firmato dai Sindacati e presentato al Ministero dei Beni e le Attivita' Culturali che, tra le altre cose, prevede

- l'introduzione della figura del Vice Presidente garante “con poteri particolarmente forti” nominato dal Ministero all'interno di un Ente privato e mutualistico;
- l'introduzione del “voto pesante”;
- la rinuncia al ricorso pendente presso il Tar Lazio diretto ad accertare la legittimita' o meno dell'estinzione dell'Imaie;
- la conferma dell'incarico dei tre Commissari Liquidatori del compito di procedere alla distribuzione degli oltre 120 milioni di euro in giacenza presso l'IMAIE.
Abbiamo gia' espresso le posizioni del gruppo “Artisti 7607”. Si rinvia pertanto a quanto contenuto nelle precedenti comunicazioni consultabili nel blog “artisti 7607blogspot.com”.


2) Il “Documento programmatico per il nuovo soggetto giuridico” presentato dal C.L.L.A.I.E. Comitato Liberi Lavoratori & Artisti Interpreti esecutori” che, tra le altre cose, prevede:


la mutazione della natura giuridica di IMAIE da ente privato ad ente pubblico di interesse economico a base associativa, sotto il diretto controllo del Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali, della Presidenza del Consiglio dei Ministri nonche' delle altre istituzioni competenti in materia”.


Tale modello appare assolutamente anomalo nel panorama internazionale. Dall'esame degli statuti e dei regolamenti di corrispondenti enti europei (ricordiamo che il diritto connesso e' nato nel 1961 da un Accordo Internazionale sottoscritto da 30 paesi) emerge che tutti gli enti con finalita' analoghe sono privati e “gestiti dagli artisti per gli artisti”. La trasformazione dell'IMAIE in ente pubblico farebbe del nostro paese un caso unico in Europa e creerebbe inevitabili conflitti di interessi. Pur rimanendo a fianco dei dipendenti IMAIE nella difesa dei circa 45 posti di lavoro e pur comprendendo le ragioni per cui essi auspicano di poter diventare dipendenti di un ente pubblico anziche' privato, riteniamo che questo non coincida con gli interessi degli oltre 65.000 Artisti che si troverebbero esautorati della loro autonomia nella gestione di un ente che e' stato istituito per tutelare gli interessi degli artisti e dal cui lavoro ricava tutti i propri introiti.


A questo proposito vi segnaliamo che, attualmente, oltre alla mancata distribuzione dei diritti connessi maturati in Italia, sono bloccati anche i proventi dei diritti connessi che dovrebbero esserci riconosciuti da altri paesi europei.
Per fare un esempio concreto: L'ADAMI francese ha confermato che, data l'attuale situazione dell'Imaie, e' stato sospeso il pagamento dei diritti connessi agli attori italiani (anche se richiesti direttamente) per i passaggi televisivi maturati in Francia. Questo crea a tutti gli artisti interpreti esecutori un ulteriore grave danno “privato”.


Ci preoccupa, inoltre, la “Interpellanza Urgente” (consultabile sul blog) presentata alla Camera il 29 OTTOBRE 2009 dal deputato del Pdl Fiorella Ceccacci Rubino “riguardante il futuro dell'ente a seguito del procedimento di estinzione”.
L'interpellanza richiede “se il governo non ritenga auspicabile che l'Imaie venga trasformato in un ente pubblico economico a base associativa e se quindi non ritenga opportuno assumere iniziative in tale direzione”, con indicata quale data di scadenza per ridefinire la nuova Imaie il 31 dicembre 2009.
Nel leggere il documento siamo sorpresi di rilevare alcuni omissioni che rendono difficile una chiara visione dei fatti per chi non ne fosse gia' a conoscenza. Viene citato, ad esempio,
il provvedimento del 28 maggio 2009 con cui il Prefetto di Roma ha dichiarato l'estinzione dell'Istituto ma non viene ricordato che il Tar ha sospeso per ben due volte tale provvedimento e che si attende la decisione definitiva del Tar in merito alla legittimita' o meno dell'estinzione dell'IMAIE.
Ci sorprende, inoltre, che sia stato presentato un documento alla Camera dei Deputati sulle sorti dell'ente in cui si avanza la richiesta di valutare l'ipotesi di “trasformarlo in un ente pubblico [...[ o, eventualmente, di “trasferire competenze, personale e risorse dell'IMAIE alla SIAE [...]” e ci preoccupa il fatto che le richieste contenute nel documento siano state presentate come “cio' che le categorie degli artisti interpreti ed esecutori chiedono [...]”.
Ignoriamo chi sia stato informato o consultato e, se cio' fosse avvenuto, andrebbero resi pubblici l'occasione e l'oggetto dell'incontro.
E' irrealistico pensare che chiunque possa ritenersi rappresentativo “di un'intera categoria” che da molto vive una condizione di frammentazione e isolamento e che sta cercando un punto di vista comune proprio per uscire da quel fenomeno di “ventriloquismo” che ha permesso a molti di parlare “in nome degli artisti”.
Non vorremmo che in questa situazione di urgenza, date le scadenze di fine anno, si prendessero decisioni che non corrispondono a quelle che la categoria auspica.
Siamo d'accordo, invece, su quanto affermato nel documento in cui si lamenta l'esclusione dal tavolo delle trattative degli Artisti. Questa e' la ragione per cui il gruppo “Artisti 7607” ha espresso le proprie posizioni presso il Gabinetto del Ministero dei Beni e le Attivita' Culturali.


Ci e' difficile immaginare che l'alternativa per creare una nuova IMAIE sia o quella di trasformarla in un Ente pubblico (richiesta del C.L.l.A.I.E.) o quella di inserire in un Istituto Privato e Mutualistico un Vicepresidente garante con poteri forti nominato dal Ministero dei Beni e delle Attivita' culturali (richiesta prevista nell'accordo delle Organizzazioni sindacali) oltre a un Vicepresidente esecutivo “ratificato” dallo stesso Ministero (previsto nella proposta del C.L.L.A.I.E) contemporaneamente alla conservazione del Direttore Generale, competente per “la gestione della struttura con funzioni non politiche ma esclusivamente manageriali” con la possibilita' di nomina di dirigenti settoriali, almeno due (sempre citando la proposta del C.L.L.A.I.E). Ne risulterebbe che per gestire 45 dipendenti si avrebbero almeno 4 dirigenti oltre ad un Presidente onorario e un Consiglio di Amministrazione. Questa non e' l'IMAIE che molti artisti auspicano.


L'Imaie del passato non e' riuscita ad adempiere al compito che gli era stato affidato, come gia' indicato nella sentenza del Tar che ne dichiarava illegittima l'estinzione, in parte “per una compagine gestionale rivelatasi inidonea ad assumere scelte condivise ed efficaci al conseguimento degli obiettivi previsti dal legislatore” e in parte per “l'inadeguatezza della legge attualmente in vigore cui sarebbe necessario apportare modifiche al fine di introdurre procedure che garantiscano certezza nell'individuazione degli aventi diritto”.


Delle proposte che sono state presentate fino a oggi nessuna affronta e risolve questi problemi. E' irrealistico prospettare la nascita di una “nuova Imaie” senza aver modificato la legge e il ruolo delle organizzazioni sindacali. Sorprende, inoltre, che tali proposte nascano da quelle stesse compagini che hanno gestito la vecchia Imaie e che non sono riuscite ad evitare questa situazione che, di fatto, impedisce il riconoscimento dei diritti connessi e degli introiti da essi derivanti agli artisti.

Se la pronuncia del Tar dovesse confermare l'illegimittita' dell'estinzione dell'ente con conseguente ripristino degli Organi collegiali precedentemente eletti chiediamo a tutti coloro che rappresentano gli artisti e/o i soci fondatori di assumersi la responsabilita', ove si dovesse reinsediare il preesistente Consiglio di amministrazione, di non disertare detto organo perche' possa deliberare e garantire il ripristino di quelle condizioni che consentano a tutti i soci di esprimersi democraticamente attraverso le elezioni (ricordiamo che il mandato triennale di detti organi era gia' scaduto da oltre un anno).
E' bene precisare che nella precedente gestione l'atteggiamento ostruzionistico ha impedito (e impedirebbe) all'ente di poter ripartire i diritti, adire le elezioni, promuovere le iniziative ex art. 7.


Confidiamo nel ruolo delle Istituzioni affinche' si facciano garanti in questa delicata fase dell'Istituto al fine di raggiungere una soluzione che rappresenti e tuteli tutti gli Artisti Interpreti Esecutori e invitiamo coloro che hanno interesse a difenderne i diritti a confrontarsi su delle proposte, iniziativa sulla quale "artisti 7607" e' pronto a dare il proprio incondizionato contributo, per sbloccare al piu' presto questa situazione che tanti artisti non hanno scelto ma si vedono costretti a subire.


Il gruppo “Artisti 7607” pretende, senza possibilita' di eccezione, la piena trasparenza degli atti e delle manifestazioni di volonta' degli organi di gestione, anche transitoria. Ogni riunione, atto, parere e attivita' deve essere registrato ed immediatamente diffuso in rete cosi' da consentire a tutti gli interessati di verificare l'operato di chi deve rappresentare e tutelare gli interessi di tutti gli Artisti Interpreti Esecutori.

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